ompa di benzina che vai, metodo diverso che trovi per ottenere la fattura. Già, c’è un labirinto di soluzioni e qui proponiamo una guida per orientarsi.

Com’è noto, dal primo gennaio 2019 per documentare in modo idoneo il rifornimento di carburante effettuato nell’ambito dell’attività di un operatore economico, occorre poter disporre di fattura elettronica e avere effettuato il pagamento con mezzi tracciati.

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Il problema della fattura per il carburante

Dal punto di vista del singolo gestore di carburante che, sino alla fine dello scorso anno, con l’apposizione del proprio timbro e della propria firma attestava l’avvenuto rifornimento sulla scheda carburante presentata dal cliente, la doppia novità (organizzarsi per emettere e-fattura elettronica e accettare solo moneta elettronica) ha originato un vero e proprio tsunami per l’attività corrente: come risolvere, ad esempio, la problematica dell’acquisizione delle anagrafiche clienti, forse con un lettore dei QR-CODE originati all’interno del sito dell’Agenzia delle Entrate?

La soluzione: app o carte carburanti

Al momento attuale, il problema è stato solo in parte risolto: il privilegio di ottenere fattura elettronica è legato, nella maggior parte dei casi, al possesso di una o più carte carburanti o all’utilizzo di app sviluppate dalle compagnie petrolifere o da soggetti terzi, ma non esiste un metodo universalmente riconosciuto per la semplice generazione di fattura elettronica. In tutti i casi è il cliente a fornire compiutamente i propri dati cimentandosi con i form di richiesta per l’ottenimento delle carte carburanti o con la registrazione alle diverse app a disposizione. Nel seguito proviamo a dare alcune indicazioni operativeper valutare le scelte a disposizione.

Fattura elettronica e carte carburanti: le alternative

Mediante l’utilizzo delle carte carburanti (strumento cosiddetto “netting”) la cessione di carburante viene fatturata non dal singolo gestore ma dalla società che ha emesso la carta, sia essa una compagnia petrolifera o una società specializzata in carte multi-compagnia. Per usufruire di questo servizio il cliente finale deve sopportare l’onere previsto per l’ottenimento della carta carburante che, normalmente, prevede un costo fisso periodico e in alcuni casi si accompagna anche ad una commissione sul rifornimento.

Mentre sulle carte delle singole compagnie la scelta non potrà che essere personale (abitudini, comodità, condizioni economiche), riteniamo sia opportuno dilungarci un poco sulla scelta delle carte multicompagnia, in particolare di DKV e UTA-EDENRED.

La carta DKV

DKV è una società tedesca. Nell’offerta propostaci a maggio 2018 (studio professionale associato con un’unica autovettura) non erano previsti costi fissi ma soltanto una modesta commissione sul costo del rifornimento. La società dichiara di essere convenzionata con 7.250 esercenti sul territorio nazionale ed è dotata di un app che permette di identificare esercenti convenzionati in Italia ed all’estero e che può avviare automaticamente la navigazione sullo smartphone.

Attenzione però, la società opera direttamente dalla Germania, dichiarando di avere in Italia esclusivamente un “Rappresentante fiscale” ma non una stabile organizzazione. Di conseguenza, come anche chiarito dalla circ. 13/E del 2 luglio 2018, non sono tenuti all’emissione di fattura elettronica obbligatoria (attenzione a non venir tratti in inganno, DKV utilizza una forma di fatturazione elettronica “facoltativa” espressamente prevista dalla normativa comunitaria come peraltro era possibile anche da noi fino al 31/12/2018). Problema da non sottovalutare, l’obbligo di esterometro mensile, dichiarazione INTRASTAT e la maggior complicazione contabile nella gestione di tali documenti. Sicuramente una buona soluzione per chi utilizza spesso l’autovettura anche all’estero, mentre probabilmente gli obblighi amministrativi aggiuntivi la rendono meno conveniente per le piccole realtà meno strutturate; è sicuramente preclusa ai soggetti non iscritti al VIES e quindi non autorizzati a compiere operazioni intracomunitarie. Va precisato che non abbiamo provato personalmente la carta in questione, in quanto scoraggiati proprio dalle maggiori complessità amministrative.

La carta UTA-EDENRED

Anche UTA-EDENRED è emessa da società tedesca ma questa volta dotata di stabile organizzazione in Italia; si tratta quindi di un soggetto da considerare italiano a tutti gli effetti ed infatti soggetto alla fatturazione elettronica obbligatoria, senza obbligo di “esterometro”, INTRASTAT o altre attività particolari. Anche in questo caso esiste un’app che identifica gli esercenti convenzionati in Italia ed all’esteroe che permette di avviare automaticamente la navigazione sullo smartphone.

Rispetto a DKV le condizioni economiche sono meno convenienti(quanto meno nell’offerta propostaci), con un modestissimo costo annuo ma una commissione per rifornimento più che doppia rispetto a DKV. Dichiarano di essere convenzionati con oltre 5.000 esercenti sul territorio nazionale anche no logo. Abbiamo potuto verificare personalmente la compatibilità della carta con una colonnina self service dall’aspetto molto “nuovo” in un esercente affiliato ad una piccolissima compagnia (17 punti esclusivamente nel nord Italia); in altri casi (su colonnine non altrettanto nuove) invece non è stato possibile rifornirsi al self-service in orario di chiusura sebbene l’esercente fosse censito dall’app. Il costo annuo modestissimo la rende probabilmente adatta come soluzione di ripiego nel caso in cui non si riesca a rifornirsi presso l’esercente preferito.

Fare rifornimento con un’app: le soluzioni

Enistation Partita IVA

L’app, esteticamente curata, prevede una registrazione iniziale relativamente articolata, con l’obbligo di inserire direttamente nell’app gli estremi della carta di pagamento. In effetti, tutta la fase di rifornimento, con l’ovvia eccezione dell’utilizzo dell’erogatore, viene perfezionata sull’app selezionando il numero della pompa di erogazione che viene abilitata una volta preautorizzato il pagamento; terminato il rifornimento e riposizionato l’erogatore in pochi istanti avviene il pagamento definitivo. Il tutto senza necessità di alcuna interazione con il gestore o con la colonnina self service.

La fattura elettronica tipicamente viene recapitata nell’arco di poche ore. Non ci sono costi annuali ne commissioni sul rifornimento. Integrando le funzionalità di pagamento, sono previste funzionalità di sicurezza (password e codice segreto) ma anche l’utilizzo del sensore digitali per l’autenticazione e l’autorizzazione del pagamento. L’app dispone di funzionalità per la localizzazione degli esercenti con la possibilità di attivare direttamente le funzionalità di navigazione stradale dello smartphone.

L’app di IP

La compagnia prevede l’emissione della fattura elettronica in nome e per conto del gestore sia tramite app FatturazioneIP che tramite il sito fatturazioneip.gruppoapi.com. La procedura di registrazione procede rapida (soprattutto se effettuata al pc). La fattura del rifornimento self service può essere richiesta on line dal sito o tramite app utilizzando la ricevuta di pagamento (ottenuta pagando con modalità “tracciata”) oppure se “servito” presentando al gestore, al momento del pagamento, l’apposito QR Code generato dall’app (diverso da quello dell’Agenzia delle Entrate).

L’app prevede la possibilità di acquisire una foto dello scontrino da cui ricavare automaticamente i dati necessari alla compilazione, sebbene, nella nostra prova, un dato (l’identificativo del punto vendita) ha dovuto comunque essere digitato manualmente.

L’app di Q8

Q8 prevede la possibilità di richiedere la FE dal proprio sito www.q8.it previa registrazione al programma fedeltà Q8EASY con possibilità di utilizzare l’app per localizzare i punti vendita (seppur esternamente all’app aprendo il browser web del cellulare) ma senza la possibilità di utilizzare strumenti di navigazione stradale.

L’app interviene nella localizzazione dell’esercente e permette anche il pagamento del rifornimento mediante Paypal generando un codice che va poi trascritto nella colonnina self al posto del pagamento tradizionale. La fatturazione invece non viene gestita tramite app. Infatti solo accedendo all’apposita area riservata del sito Q8 sarà possibile, inserendo alcuni valori desumibili dallo scontrino (codice punto vendita, numero scontrino, data, tipo carburante, quantità e importo) richiedere l’emissione della fattura. Nel tentativo effettuato, la procedura non ha accettato la richiesta relativa ad un rifornimento effettuato il giorno stesso (solo i giorni precedenti sono selezionabili), rendendo necessario attendere il giorno successivo per la richiesta. E’ possibile chiedere fattura singola oppure cumulativa (presumibilmente fattura differita riepilogativa).

Nel navigare sul portale Q8, peraltro, ci siamo resi conto dell’esistenza di una carta ricaricabile business (con emissione di FE con IVA 22% e non ricevute fuori campo IVA come succede tipicamente con carte ricaricabili) che, da quanto riferito sul sito parrebbe “dematerializzabile” tramite app. Ci riserviamo di esaminare il servizio appena possibile in un successivo articolo sull’argomento.

App My Autogrill

Gli esercizi di distribuzione carburante (anche esterni alla rete autostradale) unitamente ai bar e ristoranti a marchio Autogrill, possono fruire della soluzione di fatturazione elettronica del gruppo. Una volta completata la registrazione, effettuabile eventualmente dal sito www.myautogrill.it, tramite l’app, esteticamente molto curata, viene generato un QR Code che, se fornito alla cassa al momento del pagamento, permette la fatturazione sia delle consumazioni al bar/ristorante che del carburante. Si tratta di una soluzione interessante (seppur limitata ai punti vendita gestiti da Autogrill) anche in considerazione della possibilità di ottenere FE anche per la ristorazione.

L’app Fattura1click

Si tratta di un’applicazione che, previa registrazione, permette di richiedere FE digitando un “authorization code” presente sullo scontrino rilasciato dalla colonnina self service degli esercenti convenzionati.

L’app consente l’identificazione sulla mappa degli esercenti convenzionati e segnala in maniera chiara la necessità di pagamento con carta di debito/credito. Una curiosità: nell’elenco delle “fatture richieste” sono presenti anche le fatture generate con l’app ENISTATON Partita IVA, che evidentemente condivide l’infrastruttura tecnologica con Fattura1click.

L’app Auxilia

È sufficiente il download dell’app e la compilazione dei dati di fatturazione (non sempre così agevole sullo schermo del cellulare) per poter procedere all’utilizzo dell’app (che non richiede la registrazione di un account). È possibile visualizzare gli esercizi convenzionati su una mappa che però non include la posizione dell’utilizzatore (parte da Roma) e non permette la navigazione.

Utile la possibilità di acquisire i dati del rifornimento inquadrando lo scontrino con la fotocamera del cellulare sebbene sia comunque possibile inserire manualmente il codice richiesto.

MiFatturo – GetYourBill

Si tratta di due servizi interessanti (Get Your Bill anche molto attivo nella ristorazione) ma che non offrono servizi di localizzazione degli esercenti convenzionati. Non abbiamo quindi avuto modo di provare i due servizi in quanto non abbiamo trovato esercenti convenzionati.

Conclusioni: come orentarsi nella scelta

Sicuramente è ancora presto per trarre conclusioni definitive su quale sia il modo migliore di affrontare l’obbligo. Una cosa sembra chiara, però: le procedure che integrano fatturazione e pagamento (carte carburante in genere e app Enistation P.IVA) rendono più semplice e lineare tutto il processo di rifornimento, includendo in un atto solo pagamento e fatturazione.

Proprio in questo importante settore è visibile chiaramente come un adeguato ripensamento dei processi aziendali possa trasformare un adempimento (quale la FE obbligatoria per i carburanti) in una semplificazione. Perché gli strumenti citati rendono effettivamente più pratico il rifornimento rispetto alla scheda carburanti, generando rapidamente e senza fatica per esercenti e clienti FE facilmente acquisibili ed elaborabili.

Fonte: Agenda Digitale